Come superare le proprie prigioni mentali: un percorso di consapevolezza

deserto prigioni mentali

Come già accennato nell’articolo introduttivo, superare le proprie “prigioni mentali”, i propri blocchi o le proprie ossessioni implica uno sforzo di introspezione e superamento delle difficoltà legate al desiderio di una profonda comprensione del sé reale, unico e speciale.

Insieme alla dottoressa Beatrice Gentili psichiatra, psicoanalista e specialista in yogaterapia e di meditazione e benessere psico-corporeo iniziamo ad intraprendere questo cammino verso la propria auto realizzazione.

Dopo una crisi, un lutto, una malattia o comunque un evento traumatico, è possibile percepire una sensazione di  separazione da sé stessi che causa confusione con il proprio inconscio e alimenta un senso di disorientamento. In quei momenti è possibile avvertire l’esigenza di affrontare un percorso di conoscenza, eliminando maschere e sovrastrutture che allontanano la persona dal proprio nucleo interiore di Verità alimentando frustrazione e senso di inadeguatezza.

Intraprendere questo viaggio interiore significa affrontare la difficoltà per superarla, una similitudine si può trovare nella bibilca “Fuga dall’Egitto”: affrontare il deserto del proprio stato di dolore per lasciare l’Egitto (luogo di costrizione e schiavitù) per raggiungere la piena consapevolzza di sé, ed una Terra Promessa di benessere interiore dove esprimere la propria vera essenza.

La prima  stazione del viaggio è il deserto: un luogo del silenzio, della solitudine e dell’assenza dei consueti punti di riferimento. Per orientarsi e non perdersi, dovremo, con impegno e pazienza, sviluppare qualità sopite o poco esercitate prima: l’ascolto profondo di noi stessi, la pazienza, l’intuizione, la comunicazione sottile con la Natura, l’accettazione e la fede.

Per essere in grado di individuarsi, evolvere e ritrovare un senso alla nostra Vita è, prima di tutto, porsi domande appropriate non dando nulla per scontato.

Iniziamo ponendoci queste domande:

1) Quali sono le situazioni, le idee, i complessi, le ossessioni, le dipendenze (o altro) che mi tengono prigioniero?

2) Come sarebbe la mia vita senza tali condizionamenti e limiti?

3) Ho desiderio e volontà di intraprendere un percorso di conoscenza per realizzare la mia unicità e scoprire ancor meglio i miei talenti?

4) Sono fiducioso nelle mie capacità di procedere? Sono ricettivo e aperto a ricevere? Sono flessibile e disposto al cambiamento?

Iniziamo a lavorare sulla nostra interiorità, mentre diamo appuntamento al prossimo articolo.

Benedetta Tintillini

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